Introduzione

 

Questo lavoro di ricerca tenta di dare una risposta alla seguente domanda: che cosa è necessario fare per eliminare completamente e definitivamente le mine antiuomo?

Il lavoro è diviso in tre sezioni: Passato – Presente – Futuro.

Passato:

La prima sezione si preoccupa di presentare il panorama relativo alle mine antiuomo, seguendo la genesi di questa arma dal momento della sua ideazione fino al tipo di utilizzo cui è destinata oggi. La mina è uno strumento degli attori della guerra ed è stata quindi calata nel più ampio panorama della genesi dei conflitti bellici per comprenderne l’effettiva utilità: da sentinella a tempo pieno ad arma di distruzione di massa. In questa prima parte vengono sottolineati gli effetti delle mine e vengono forniti i dati sulle dimensioni della tragedia causata dalle mine in più di 65 Paesi del mondo.

All’analisi degli aspetti tecnici, fa seguito quella degli strumenti giuridici e degli atti delle Nazioni Unite che toccano le mine antiuomo. Il Diritto Internazionale ha cominciato a occuparsi di mine in tempi molto recenti; alcuni strumenti del Diritto Umanitario e del Disarmo hanno dato vita a Convenzioni Internazionali che trattano indirettamente la materia, mentre bisogna aspettare il 1996 per avere una disciplina specifica delle mine antiuomo. Dal secondo dopoguerra a oggi questi ordigni sono passati da un regime di libero impiego a tentativi di regolamentazione fino alla loro messa al bando. Parte consistente della ricerca è dedicata alla Convenzione di Ottawa del 1997 per la messa al bando delle mine antiuomo, mostrando come questo trattato sia l’unico strumento in ambito internazionale capace di porre freno alla carneficina causata dalle mine. Il Diritto Internazionale Consuetudinario aveva già creato regole chiare che vietano l’uso delle mine antiuomo, ma lo scarso rispetto di queste regole da parte della Comunità Internazionale ha portato parte della comunità stessa a indagare nuove strade per proteggere gli esseri umani dagli effetti delle mine. Questo tragitto alternativo, culminato in Canada nel 1997, è conosciuto con il nome di  “Processo di Ottawa” e si basa sulla collaborazione tra alcuni governi e centinaia di Organizzazioni Non Governative. Questa collaborazione ha dato vita a un nuovo modo di concepire le relazioni internazionali, fuori dai sentieri battuti nel passato, fino alla creazione di meccanismi che oggi fanno parlare di “new diplomacy”.

Presente:

La seconda sezione indaga l’attuale stato della politica per l’eliminazione delle mine antiuomo. La materia è quasi totalmente sprovvista di supporto bibliografico ed è stata affrontata cercando il contatto diretto con gli “attori di Ottawa”; con questo termine si indicano i Governi e le Organizzazioni Non Governative che si stanno adoperando per l’eliminazione totale delle mine e dei loro effetti.

L’indagine è stata organizzata chiedendo la collaborazione di tutti i Ministeri degli Esteri del mondo, del cartello di Organizzazioni Non Governative ICBL (International Campaign to Ban Landmines) e della ONG italiana Emergency. Ulteriori informazioni sono state raccolte attraverso il lavoro e la documentazione in tema di mine antiuomo delle Nazioni Unite e del Comitato Internazionale della Croce Rossa. I contatti sono avvenuti attraverso l’invio di un questionario, lo scambio di oltre 1.000 e-mail e incontri di persona con vari rappresentanti della Comunità Internazionale e delle ONG.

Questo tipo di indagine ha permesso di aggiornare il lavoro al mese di settembre 2000 e non ha beneficiato della sola documentazione classica, ma ha permesso di conoscere anche gli aspetti più nascosti degli attori della politica. Di inestimabile valore è stata la partecipazione alla Conferenza di Ginevra sullo stato del Trattato di Ottawa nei giorni 11-15 settembre 2000. Con l’analisi di questo appuntamento internazionale si conclude la trattazione dedicata al tempo presente.

Futuro:

La parte conclusiva del lavoro raccoglie tutte le informazioni, le idee e le proposte conosciute nel corso dell’indagine, sommandole all’esperienza derivata da 5 anni di impegno al fianco di Emergency, e cerca di riassumere il tutto in qualche proposta operativa capace di rispondere al quesito di partenza.

L’obbiettivo era quello di esaminare l’ampio panorama socio-politico relativo alle mine per trovare risposte in tutti i settori coinvolti nella lotta per la loro eliminazione. Le risposte si sono concentrate principalmente nell’ambito del Diritto e della Politica Internazionale, ma non mancano esempi di intervento in campo medico, scientifico, economico e culturale.

La speranza è che queste pagine possano servire in qualche modo a frenare la lunga lista delle vittime delle mine antiuomo che ogni venti minuti si arricchisce di un nuovo nome.

 


 

Questo lavoro non avrebbe potuto raggiungere tutte le informazioni di cui ha beneficiato senza l’ausilio della rete internet.

Un sentito ringraziamento deve essere rivolto al Ministero degli Affari Esteri e del Commercio Internazionale del Canada, in particolare a Colette Eisl per l’attenzione data a questa ricerca e per il materiale informativo inviato.

 


 

Ringrazio Eria, la signora Molesti e i professori Raffaello Ciucci, Andreas de Guttry, Renaud Dehousse, Giuliano Marini, Antonio A. Martino, Alberto Massera, Agostino Palazzo ed Enrico Taliani per aver segnato profondamente il mio percorso universitario.

Ringrazio tutti gli amici del Gruppo Gulliver e tutte le persone incontrate attraverso il loro impegno, ricco di entusiasmo e curiosità per la vita. Se non avessi avuto la fortuna di lavorare con loro queste pagine non esisterebbero. 

    

Alla ricerca hanno collaborato :

José Luis Bonilla Sanchez – traduzione in lingua spagnola di questionario e lettera di presentazione ai Ministeri degli Esteri
Paolo Busoni – supporto tecnico in storia militare e degli armamenti
Maurizio Cotrupi – analisi documentazione stampa
Cristina Demagistris – lavoro di editing e traduzione in lingua inglese di questionario e lettera di presentazione ai Ministeri degli Esteri
Véronique Gaudin – traduzione in lingua francese di questionario e lettera di    presentazione ai Ministeri degli Esteri
Silvia Mattolini – supervisione dei lavori
Emanuele Pasquini – supporto informatico e creazione di un sito internet sulle mine antiuomo
Sabrina Vera – supporto traduzioni della documentazione in lingua inglese
Samanta Viani – supervisione dei lavori e impaginazione della tesi